Quella di Pier Francesco Zazo, ambasciatore italiano in Ucraina, è una storia che racconta dell’impegno, spesso poco visibile, dei diplomatici italiani nelle crisi internazionali. Un esempio che ricorda quello del console a Kabul Tommaso Claudi e dell’ambasciatore Luca Attanasio, tragicamente ucciso in Congo lo scorso anno.


Pier Francesco Zazo, ambasciatore italiano in Ucraina
Pier Francesco Zazo, ambasciatore italiano in Ucraina

Di fronte all’orrore della guerra, come quello che la Russia ha scatenato in Ucraina e a cui assistiamo impotenti in questi giorni, ci viene naturale andare alla ricerca di storie, anche piccole, di resistenza e di coraggio. Racconti che testimoniano di persone che non vogliono arrendersi a ciò che sembra inevitabile, persone che mettono a rischio la propria vita per salvarne altre, con sprezzo del pericolo o con la forza gentile che scaturisce dal senso del dovere. 

Storie come quella di Pier Francesco Zazo, l’ambasciatore italiano in Ucraina. 

Nei giorni scorsi, ha colpito molto un video girato dal giornalista di Avvenire Nello Scavo all’interno dell’ambasciata italiana a Kiev. Nel video, che dura pochi secondi, si vede l’ambasciatore Pier Francesco Zazo “in jeans e pullover, che di diplomatico hanno solo l’eleganza di chi l’indossa”, che suona al pianoforte.  

Il giornalista di Avvenire Nello Scavo
Il giornalista di Avvenire Nello Scavo

“Saranno stati un paio di minuti, forse meno” – scrive Nello Scavo sull’Avvenire. “Tra una telefonata della Farnesina e una al governo di Kiev. Ma in quegli istanti di ritorno alla normalità, l’ambasciatore che suona sotto le bombe ci ha insegnato che la poesia e l’arte non hanno paura delle bombe. Aveva chiesto di non essere ripreso in video…Non abbiamo mantenuto quella promessa. E Zazo ci ha già perdonati. Perché nella filigrana di certe vite c’è la spina dorsale di un uomo e di ciò che rappresenta.”