Il discorso con cui il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha aperto la terza conferenza ministeriale Italia-Africa.
L’8 ottobre a Roma, presso l’Hotel Sheraton Parco de’ Medici, ha preso il via l’evento “Incontri con l’Africa”, la terza edizione della Conferenza Ministeriale Italia-Africa. La conferenza, organizzata dal Ministero degli Esteri, ha accolto le delegazioni dei 54 Paesi africani, i rappresentanti dell’Unione Africana e delle altre principali organizzazioni regionali africane, oltre a istituzioni italiane e rappresentanti del mondo economico, imprenditoriale, accademico e del terzo settore.

Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha aperto i lavori della Conferenza, concentrandosi nel suo discorso sugli stretti legami che esistono tra Africa ed Europa e sulle tante sfide che i due continenti dovranno affrontare insieme, dai cambiamenti climatici alla ripresa economica dopo la pandemia.
“Il continente africano rappresenta il partner naturale per l’Unione Europea: l’altra faccia di una stessa medaglia. Abbiamo bisogno gli uni degli altri. Non comprenderlo adesso ci porterebbe a constatare, fra qualche anno, di essere stati silenziosamente, ma inesorabilmente, relegati alla periferia del pianeta” ha affermato Mattarella.
“Al contrario, africani ed europei, insieme, possono fare dei due continenti una vasta e integrata regione, stabile politicamente, dinamica economicamente e vibrante culturalmente. Un’area al centro delle dinamiche globali.”

Ci deve muovere un acuto senso di urgenza. Perché il tempo dell’Africa è adesso.
Sergio Mattarella, Presidente della Repubblica
Mattarella ha sottolineato come il continente sia colpito in maniera sproporzionata sia dall’emergenza sanitaria che da quella climatica: “l’Africa, che ospita il 17% della popolazione mondiale, ha ricevuto soltanto il 2% della produzione mondiale di vaccini” e al contempo, “nonostante l’intero continente sia responsabile di appena il 3% delle emissioni globali, si trova ad essere vittima di una percentuale ben più consistente delle conseguenze avverse dei cambiamenti climatici“.
Di fronte a queste sfide le maggiori responsabilità “ricadono sui Paesi di vecchia e nuova industrializzazione“, mentre “il continente africano è chiamato a far sentire alta la sua voce“.

Del resto, esso “detiene chiavi essenziali per il successo delle strategie di de-carbonizzazione del pianeta: dal possibile sfruttamento del Sahara e delle altre aree desertiche per la produzione di energia rinnovabile, alla preservazione di quello che lo storico e geografo Joseph Ki-Zerbo ha chiamato con termine evocativo il “deserto verde” della foresta africana, prezioso patrimonio per l’intera umanità” fino alla “ampia disponibilità di terre rare e di altre risorse strategiche che rappresentano ciò che all’inizio del secolo scorso erano il carbone e l’acciaio“.
“L’Italia” ha concluso il Presidente Mattarella, “anche nel quadro della sua appartenenza all’Unione Europea e alle alleanze internazionali di cui è
parte, intende continuare a lavorare con i partner africani per costruire congiuntamente un orizzonte di pace, sviluppo e benessere“.