Intervista a cura di Mara Di Fuccia

La Turchia negli ultimi anni è stata luogo di diversi tumulti dovuti alle tensioni politiche dilaganti nel Paese. Cosa ti ha spinto a lasciare l’Italia per traferirti in un Paese in piena crisi?

Sono arrivato in Turchia nel 2015 con il progetto Erasmus+ per un tirocinio presso l’azienda nella quale ora lavoro quando la situazione era abbastanza ‘’tranquilla’’, nonostante alcuni attacchi terroristici rivendicati dall’ISIS. In quel periodo attentati simili c’erano stati anche in Francia e in Germania e la Turchia non mi sembrava meno sicura di altri Paesi. Ho deciso di restare per l’ambiente lavorativo che amo e uno standard di vita che credo sia migliore rispetto a molti scenari italiani. La vita quotidiana offre molti più comfort e la città è molto più vivibile delle grandi città italiane sia in termini di sicurezza che di servizi offerti. Per quanto riguarda la situazione politica, sebbene io non la condivida, non si riflette sulla vita di tutti i giorni.

La Firenze Yurtdışı Eğitim è una scuola di lingue ufficialmente riconosciuta dal Ministero dell’Educazione Turco e dall’Università per Stranieri di Siena come Centro Esami CILS. Tu, nello specifico, di cosa ti occupi? C’è stato un percorso di crescita sia professionale che personale?

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Daniele Bruno, Higher Education Manager presso la scuola Firenze Yurtdışı Eğitim

Durante il mio tirocinio mi sono occupato dell’insegnamento della lingua italiana e la preparazione di materiale didattico. Al termine, mi hanno offerto di lavorare stabilmente qui e ho accettato tornando dopo essermi laureato. Avevo dei progetti in mente e mi è stata data carta bianca per realizzarli. La convenzione che ci ha portato ad essere centro esame CILS è uno di questi. Abbiamo anche sviluppato un dipartimento dedicato alla preparazione ai test di ingresso per le università italiane e, al momento, siamo partner ufficiali di oltre 30 università italiane –  tra cui Sapienza, Ca’ Foscari, Cattolica, LUISS –  per cui curiamo la promozione e il marketing in Turchia. Nel 2019 siamo riusciti a creare la più grande fiera all’estero dedicata alle università italiane per connettere gli studenti turchi direttamente con i rappresentanti degli atenei (l’evento ora è online a causa del Covid19). La partecipazione è veramente alta, grazie anche al sostegno delle rappresentanze diplomatiche turche con cui organizziamo una ‘’tavola rotonda’’ ad ogni evento per migliorare l’esperienza degli studenti internazionali in Italia. L’ambiente lavorativo accogliente è stata la chiave di volta e mi ha aiutato a crescere. Senza dubbio la mia seconda famiglia.

La cultura e la lingua italiana sono molto apprezzate in tutto il mondo. Cosa apprezzano di più i tuoi studenti turchi del nostro Paese? C’è chi sta imparando l’italiano con il sogno di trasferirsi un giorno in Italia?

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Daniele Bruno con alcuni studenti della scuola Firenze Yurtdışı Eğitim

Gli studenti che scelgono di studiare in Italia sono davvero tanti e di solito scelgono l’Italia perché offre un alto livello di istruzione, università prestigiose, rette universitarie non troppo alte e un Paese culturalmente vicinissimo. Ci sono poi ragazzi che invece imparano l’italiano solo per puro piacere ed è davvero interessante scoprire quanto sia forte l’interesse per una lingua spendibile in un solo Paese al mondo (lo spagnolo non ha lo stesso successo). L’arte, la storia, il modo di vivere, il ‘’made in Italy’’ ha sempre un forte appeal.

La Turchia spesso viene vista come un Paese molto lontano dal nostro per via delle tradizioni culturali e religiose diverse, ma in realtà è molto più vicina e simile al Sud Italia di ciò che si immagina. Tu cosa ami di più di questo Paese?
Credo che la Turchia e l’Italia siano davvero molto simili; non solo al Sud ma anche al Nord. Istanbul, ma anche İzmir e Ankara, sono delle megalopoli, un ponte tra vecchio e nuovo. Alcuni quartieri ricordano Milano: centro finanziario, grattacieli, modello ‘’upper class’’; mentre altri sono più simili ai centri storici di Napoli, Bologna e Roma. C’è un po’ di tutto ed è impossibile limitarlo ad una sola sfumatura.

Insegnando italiano alla Firenze Yurtdışı Eğitim, immagino che un po’ di nostalgia per l’Italia si senta. Hai mai pensato di ritornare?

Certo che sento nostalgia…più che per l’Italia, per la mia famiglia e i miei affetti. Però, finora non ho mai pensato concretamente di tornare.

La presenza di Italiani in Turchia, in particolare ad Istanbul, ha origini antichissime che risalgono all’800, periodo in cui sono nate le prestigiose istituzioni della Scuola Italiana, della Camera di Commercio, della Società Operaia e del Mutuo Soccorso e della Società Italiana di Beneficenza. Ad oggi in tutta la Turchia si contano oltre 3.000 Italiani, di cui circa 2.400 nella circoscrizione di Istanbul. Sei in contatto con altri italiani con cui condividere momenti tra espatriati?

Ho tanti amici italiani ad Istanbul e molti dei nostri insegnanti sono italiani. Ci vediamo spesso ma non per fare serata ‘’all’Italiana’’. Anzi, cerchiamo di immergerci quanto più’ possibile nella cultura locale. Al contrario, le serate all’italiana sono sempre condivise con le persone del posto.

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Un quartiere di Istanbul

Siamo in un periodo storico molto complesso a causa del COVID-19, che sta mettendo a dura prova tutto il mondo. Come sta affrontando la Turchia questo momento? E soprattutto, come stanno reagendo i giovani di fronte alle restrizioni?

Durante la prima ondata la Turchia ha sofferto meno di molti altri Paesi. Ho trovato il sistema sanitario pronto all’emergenza, forte anche del fatto che qui il Covid-19 è arrivato con leggero ritardo. Col tempo i numeri dei casi sono davvero aumentati mantenendo, però, una percentuale bassa di mortalità. Oltre alla chiusura dei bar e ristoranti, non ci sono mai state grosse restrizioni fino a novembre, quando è stato instaurato il coprifuoco alle 21.00 e il divieto completo di uscire il sabato e la domenica, che ancora continua. Devo dire che le persone, in generale, rispettano tutte le regole legate al Covid-19. Bar e ristoranti stanno riaprendo in determinate fasce orarie ed ora c’è il sistema delle province a colori simile a quello italiano. Il nostro settore si è adattato alla didattica online, ma l’interesse verso l’Italia non è calato. Al contrario, abbiamo avuto un aumento delle richieste per continuare gli studi in Italia.