Simone Zanoni in cucina. Courtesy of © Roméo Balancourt
Simone Zanoni in cucina. Courtesy of © Roméo Balancourt

Originario di Salò, sul lago di Garda, Simone Zanoni è un volto (relativamente) nuovo della cucina italiana, capace di conquistare rapidamente riconoscimenti importanti e il cuore di tantissimi fan sui social.

Il suo viaggio dal paese di origine ad essere “l’unico chef italiano in Francia con due stelle appuntate sulla giacca”, come scrive Nicolò Vecchia su Identità Golose, dura vent’anni e inizia quando Simone Zanoni decide, appena concluse le superiori, di trasferirsi a Londra.

Qui, quasi per caso, trova lavoro nel ristorante L’Aubergine del rinomato chef scozzese Gordon Ramsay. Simone Zanoni fa una gavetta completa, partendo come lavapiatti e conquistandosi pian piano il ruolo di Commis e poi di Chef di partita, e con essi la fiducia di Ramsay, che decide di affidargli ruoli di responsabilità.

Responsabilità che lo portano a diventare primo chef nel ristorante fiore all’occhiello di Ramsay, il tre stelle Gordon Ramsay Restaurant, dal 2004 al 2007. L’anno dopo, Zanoni diventa Executive Chef presso il ristorante dell’Hotel Waldorf Astoria al Trianon Palace di Versailles, dove nel 2009 conquista due stelle Michelin in un colpo solo.

Un’ulteriore stella arriva nel 2017, al Le George, ristorante dell’hotel Four Seasons George V, appena un anno dopo il suo arrivo. Qui “Zanoni propone una cucina ricca di influenze italiane, dall’iconica Tarte Tatin di cipolle con sorbetto al Parmigiano alle albicocche con crema di amaretto, alla zuppa di pomodoro con burrata, forte di un orto esteso su 3000 metri quadrati” scrive Alessandra Medolesi su ReporterGourmet. 

Simone Zanoni nel suo orto al George V
Simone Zanoni nel suo orto al George V

Un percorso impressionante, che negli ultimi anni si è allargato a Casa Zanoni, la sua impresa familiare, e con la pandemia anche ai social network, dove Simone Zanoni ha conquistato una fan base adorante.

La rivista Forbes.it lo ha recentemente intervistato. Riportiamo di seguito alcune delle domande, mentre l’intervista completa può essere letta al seguente link.

È originario di Salò… Si sente legato alle sue origini?

Sarò sempre legato a quel luogo. Sono cresciuto lì e ho trascorso anche molto tempo in una fattoria con mia nonna fin da quando avevo quattro anni. Questo è stato da sempre una grandissima fonte di ispirazione, perché imparai a usare prodotti freschi e salutari. Poi fu mio padre a suggerirmi questa professione, perché mi vedeva appassionato di cucina dall’età di sei anni. A 18 mi sono diplomato all’Istituto Commerciale in Lombardia, ma ben presto decisi di trasferirmi a Londra per fare carriera e imparare bene l’inglese.

Ha lavorato con Gordon Ramsay, a Londra. Lo ha conosciuto a soli 21 anni e pare sia stato proprio lui a sceglierla…

Gordon mi ha aiutato a comprendere quali fossero le mie possibilità e a non avere paura di intraprendere nuove strade. Ho lavorato in molti ristoranti di lusso come Trianon Palace Versailles, due stelle Michelin; Gordon Ramsay, London, tre stelle Michelin; Amarylis a Londra, una stella Michelin; Petrus, a Londra, due stelle Michelin; Claridge’s, a Londra, una stella Michelin; Aubergine, a Londra, una stella Michelin. Ho vinto premi come il “Best Italian Chef Working Abroad” dalla BMW Italia Guide e l’Acorn Award. Al ristorante Le George, a Parigi, ho ottenuto la mia prima stella Michelin nel 2017.

Simone Zanoni a Parigi (Casa Zanoni)
Simone Zanoni a Parigi (Casa Zanoni)

Cosa le piace di più dell’arte della gastronomia? E come crede che i suoi piatti si distinguano dagli altri?

Per me la gastronomia deve essere fatta con il cuore per divenire un viaggio di sapori, scoperta e piacere. Cerco di differenziarmi nel creare dei veri gusti, una cucina che lasci ricordi e generi un sentimento e reazione importanti. Se una cucina ti lascia indifferente, vuol dire che non ha carattere. E, poi, miro a piatti sani che si possono condividere.

Al tempo stesso tutta la mia cucina è basata su principi sostenibili ed etici. Insegno a ridurre il consumo di carne e a considerare che dietro un pezzo di carne c’è la vita di un animale che uccidiamo per poterci alimentare e nutrire. Per questo consiglio di mangiare carne ogni dieci giorni o perfino ogni due settimane.


Leggi l’intervista completa su Forbes.it!