Serbia – I Balcani occidentali, per ovvie ragioni di natura storica e geografica, ricoprono una grande importanza per la politica estera italiana. La vicinanza fa sì che per Roma la regione rappresenti un luogo di opportunità ma anche una potenziale fonte di instabilità e rischi di natura strategica: per questo motivo l’Italia decise di assumere un ruolo da protagonista nella gestione delle crisi legate al disfacimento della Jugoslavia e al collasso dello Stato albanese negli anni ‘90.

Giuseppe Conte con Ana Brnabić in Serbia
Giuseppe Conte con Ana Brnabić in Serbia

D’altro canto, l’impegno italiano non si è limitato nel tempo all’aspetto politico-militare, ma si è allargato alla dimensione economica, civile, di cooperazione allo sviluppo. In questo modo, l’Italia ha acquisito un’ottima reputazione presso i governi e le popolazioni locali: un soft power che le permette ancora oggi di avere voce in capitolo nelle vicende regionali, sebbene da anni manchi di una strategia di ampio respiro necessaria per ricoprire un ruolo primario in questo quadrante del Mediterraneo.

La Serbia costituisce un pilastro fondamentale della politica balcanica dell’Italia. I due paesi sono legati da relazioni diplomatiche solide, rafforzate nel 2009 dalla firma di un partenariato strategico e ravvivate di recente da diverse visite istituzionali di primo piano, tra cui quella del Presidente del Consiglio Conte nel 2019.

Dal punto di vista politico, particolarmente rilevante è l’impegno italiano a favore dell’ingresso della Serbia nell’Unione Europea: un passo fondamentale per ancorare il paese all’Europa, favorendone una maggiore stabilità politica ed economica. A questo si aggiunge una stretta collaborazione militare, legata anche alla presenza di soldati dell’Esercito in seno a KFOR, la missione NATO in Kosovo il cui comando è dal 2013 in mani italiane.

Lo stabilimento FCA di Kragujevac
Lo stabilimento FCA di Kragujevac

Sul piano economico, nel 2019 l’Italia è stata il secondo partner commerciale della Serbia (il quarto fornitore e il secondo cliente), con un interscambio pari a 3,84 miliardi di euro. L’Italia è anche uno dei maggiori investitori esteri nella regione, con la presenza di circa 600 aziende e una quota di capitale investito pari a €3 miliardi. I rapporti riguardano soprattutto il settore automobilistico, con lo stabilimento FCA nella città di Kragujevac che rappresenta tuttora uno tra i maggiori investimenti esteri in Serbia, ma includono anche il settore bancario (il 27% è in mano a Intesa San Paolo e Unicredit), il settore assicurativo (Generali e UNIPOL SAI-DDOR controllano il 35% del mercato) e i settori tessile, calzaturiero e agricolo.

Interessanti prospettive di sviluppo sono poi presentate dal settore energetico, in particolare nell’ambito delle energie rinnovabili: idroelettrico, innanzitutto, ma anche solare ed eolico. L’italiana Fintel Energia è uno dei maggiori investitori in quest’ultimo ambito, con tre parchi eolici già attivi e l’obiettivo di arrivare a una capacità produttiva di 300MW.