Cresce l’interesse italiano per il Senegal, paese che negli ultimi anni ha sperimentato una sostenuta crescita economica e che sta investendo molto in settori chiave quali agricoltura, infrastrutture ed energia. Facciamo il punto sullo stato attuale delle relazioni bilaterali e sulle prospettive e opportunità future.


Il Senegal è una destinazione sempre più attraente per le aziende italiane interessate ai mercati africani. Lo racconta l’ultimo numero della newsletter della Farnesina “Diplomazia Economica Italiana”. 

Il presidente senegalese Macky Sall
Il presidente senegalese Macky Sall

Il Senegal è uno dei paesi più stabili dell’Africa, vanta una solida tradizione democratica sin dal 1960, anno dell’indipendenza, e una società civile particolarmente attiva. Nel 2021, il Senegal è stato la 17esima economia africana, con un PIL pari a 27 miliardi di dollari e un PIL pro capite di 1600$. 

Nel 2014, il governo del presidente Macky Sall ha adottato il programma Plan Senegal Emergent (PSE), un piano di sviluppo nato con l’ambizioso obiettivo di far raggiungere al paese lo status di economia emergente entro il 2035, grazie alla trasformazione strutturale del tessuto economico e a forti investimenti nello sviluppo rurale. 

Da quel momento, almeno fino al 2020, l’economia senegalese ha registrato un tasso di crescita medio del 7%, uno dei più alti di tutto il continente africano.  

Documentario di Euronews “Senegal: i progetti ambiziosi di un paese emergente”

Nel giro di poco tempo, il paese ha scalato l’indice “Doing Business”, elaborato dalla Banca Mondiale, posizionandosi al 123 posto su 190, e iniziando a farsi conoscere come destinazione interessante per aziende e investimenti, complici la dinamicità economica e la stabilità politica. 

Nel rapporto “Keep calm and Made in Italypubblicato nel 2018, SACE ha incluso il Senegal tra le “cinque promesse”, cinque paesi particolarmente promettenti in un’ottica di sviluppo delle esportazioni italiane

Del resto, l’interscambio commerciale tra i due paesi è passato dai 217 milioni di euro del 2014 ai 393 milioni del 2019. Lo scorso anno l’Italia è stata il dodicesimo cliente e il tredicesimo fornitore del Senegal, con una quota di mercato pari al 2%.  

I senegalesi manifestano un discreto interesse per i prodotti italiani, sia per la loro riconosciuta qualità, sia per l’influenza della comunità senegalese, una delle più importanti e vivaci comunità estere in Italia. L’export italiano è infatti particolarmente vario. Le voci principali sono: prodotti derivanti dalla raffinazione del petrolio, macchinari, materiali da costruzione in terracotta, mobili e capi di abbigliamento.

Agricoltori locali con mezzi agricoli di produzione italiana
Agricoltori locali con mezzi agricoli di produzione italiana

Le esportazioni senegalesi sono invece composte per la maggior parte da prodotti ittici e agricoli e materie prime minerali. 

Guardando agli sviluppi futuri dell’economia del paese, il Plan Senegal Emergent e i programmi di sviluppo del governo si concentrano in particolare sui settori dell’agricoltura, delle infrastrutture e dell’energia: ambiti in cui l’Italia vanta molte aziende di alto livello. 

Per quanto riguarda l’agricoltura, il governo punta a migliorare le condizioni lavorative dei tanti senegalesi impiegati nel settore (il 53,4% della popolazione attiva), modernizzando le aziende familiari e facilitando gli investimenti. Tra gli interventi previsti, il rafforzamento dell’approvvigionamento idrico, il rilancio della produzione ortofrutticola e la creazione di infrastrutture per lo stoccaggio di prodotti agricoli. 

In questo ambito, è da segnalare l’impegno della cooperazione italiana, presente nel paese con progetti di sviluppo agricolo e di valorizzazione del territorio senegalese, come il Programma Agricolo Italia-Senegal (PAIS), forte di un finanziamento bilaterale di oltre 16,4 milioni di euro, e il Programma di Sostegno al Programma Nazionale di Investimenti in Agricoltura (PNIA), che mira alla diversificazione delle culture e a favorire una maggiore meccanizzazione della produzione. 

Un treno di ultima generazione alla stazione di Dakar
Un treno di ultima generazione alla stazione di Dakar

Nell’ambito delle infrastrutture, il governo punta a rafforzare le connessioni tra le aree produttive del paese e i collegamenti con sbocchi commerciali quali Guinea, Gambia e Mali, attraverso investimenti importanti nella rete autostradale e in quella ferroviaria. Un altro aspetto importante è l’ammodernamento delle infrastrutture portuali, con l’avvio dei lavori per prevede la costruzione di un porto in acque profonde a Ndayane, a 70 chilometri a sud di Dakar. Obiettivo, realizzare entro il 2026 il più grande porto multifunzionale dell’Africa occidentale, a riprova della volontà di valorizzare ulteriormente il potenziale marittimo del paese. 

Infine, il settore energetico. Abbassare i costi di produzione, aumentare la diversificazione del mix energetico, e completare l’elettrificazione su tutto il territorio nazionale, superiore al 95% nelle zone urbane ma inferiore al 55% nelle zone rurali, rappresentano sfide importanti per il Senegal. Prospettive interessanti riguardano invece la produzione di gas, con l’imminente avvio dello sfruttamento dei giacimenti off-shore di cui il paese è particolarmente ricco. 

Giovanni De Vito, ambasciatore italiano a Dakar
Giovanni De Vito, ambasciatore italiano a Dakar

Insomma, le opportunità che il Senegal offre alle aziende e agli investitori italiani sono davvero tante. Come spiega l’ambasciatore Giovanni De Vito, però, per poterle cogliere appieno è necessario “preparare bene l’operazione, considerate le differenze culturali, le peculiarità di questo ambiente degli affari e talune perduranti criticità sul piano finanziario o della trasparenza legale”.

Per questo motivo, prosegue l’Ambasciatore, “è importante l’accompagnamento che possono offrire istituzioni italiane come l’Ambasciata, che a breve potrà contare sull’assistenza di un nuovo Ufficio ICE a Dakar, la Camera di Commercio italo-senegalese e la Camera di Commercio dell’Africa occidentale.”