Lo scorso 8 settembre, BolognaFiere ha inaugurato la 34esima edizione di Sana, il Salone internazionale del biologico e del naturale.

Sana, salone internazionale del biologico e del naturale.

Sana si concluderà domenica 11 settembre, e ospiterà 700 espositori su 6 padiglioni e oltre 150 buyer da 30 Paesi del mondo. Ben 19 sono le collettive estere, provenienti da diversi paesi europei ma anche da Corea, Cina, Hong Kong, Sudafrica, Tunisia e USA.

Sana è organizzato da BolognaFiere in collaborazione con FederBio, AssoBio e Cosmetica Italia, con il supporto di ICE Agenzia, il patrocinio del Ministero della transizione ecologica, del Ministero delle Politiche agricole, della Regione Emilia Romagna, del Comune di Bologna e della Camera di Commercio di Bologna.

L’edizione 2022 di Sana si caratterizza per uno sguardo rivolto soprattutto alla sostenibilità e alle nuove tecnologie, ad esempio con SanaTech, la rassegna internazionale della filiera produttiva del biologico e del naturale che si dedica tra le altre cose al contributo dell’intelligenza artificiale all’agricoltura a fronte della crisi idrica.

Gianpiero Calzolari, BolognaFiere
Gianpiero Calzolari, BolognaFiere

Il ruolo dell’agricoltura biologica nel contrastare il cambiamento climatico è sottolineato anche da Gianpiero Calzolari, presidente di Bologna Fiere: “Più di trent’anni fa, nel 1988, abbiamo avuto l’intuizione di affrontare per primi nel nostro settore i temi del biologico, del naturale, della sostenibilità: oggi quella scelta si dimostra un’avanguardia alla quale nessuno può sottrarsi, perché è su quei temi che si gioca il futuro del nostro pianeta. La siccità che ha afflitto il Paese, a cominciare dalla pianura padana, è uno dei drammatici effetti del cambiamento climatico e ci ricorda che abbiamo il dovere, come produttori e come consumatori, di procedere spediti verso gli impegni della transizione sostenibile“.

Del resto, come spiega Coldiretti, l’agricoltura biologica consente di tagliare di un terzo i consumi energetici attraverso l’utilizzo di tecniche meno intensive, le filiere corte e la rinuncia ai concimi chimici di sintesi prodotti con l’uso di gas, tanto che i terreni coltivati a bio in Italia hanno raggiunto quasi 2,2 milioni di ettari in Italia, il massimo di sempre.

Il fatto che il settore biologico sia in crescita è dimostrato dallo studio condotto nell’ambito di ITA.BIO, la piattaforma online di dati e informazioni per l’internazionalizzazione del biologico Made in Italy curata da Nomisma e promossa da ICE Agenzia e FederBio.

Grafico dell'export made in Italy dal 2012

Secondo lo studio, nel 2022 le vendite di prodotti agroalimentari italiani bio sui mercati internazionali hanno raggiunto i 3,4 miliardi di euro, mettendo a segno una crescita del +16% (anno terminante giugno) rispetto all’anno precedente. Il riconoscimento del bio Made in Italy sui mercati internazionali è testimoniato anche della crescita di lungo periodo (+181% rispetto al 2012, un valore quasi triplicato) e dalla quota di export sul paniere Made in Italy (peso del 6% sull’export agroalimentare italiano totale nel 2022 a fronte di un 4% di dieci anni fa).

Insomma, il biologico Made in Italy, unendo qualità della tradizione a sostenibilità e sfruttando le opportunità offerte dall’internazionalizzazione, si dimostra sempre più rilevante per l’economia italiana.