Il Salone del Mobile torna nel suo formato originale e festeggia la 60a edizione: un esempio di come il comparto fieristico sia fondamentale per l’economia italiana

Martedì 7 giugno, presso il complesso fieristico di Rho, ha preso il via la 60a edizione del Salone del Mobile.
Dopo un anno di stop e l’edizione straordinaria dello scorso autunno, il Salone del Mobile torna nel suo formato tradizionale. Un evento molto atteso dagli operatori del settore e dagli appassionati, come dimostra la folla di visitatori fin dalla prima giornata. Tantissime anche le presenze straniere, in un contesto in cui i viaggi internazionali stanno tornando ad essere accessibili.
“Si tratta di una sessantesima edizione – spiegano gli organizzatori del Salone del Mobile – che costruisce bellezza per una società alla ricerca di punti fermi e di (ri)partenza. Consapevole di dover essere un momento, un luogo e uno strumento per ragionare insieme sulle capacità generative del progetto e sul ruolo dell’intero sistema arredo, il Salone torna nella sua forma più completa, riaffermando il valore dell’incontro, del confronto, del dialogo.

È così che si (ri)attesta quale evento globale, perno di un sistema virtuoso che ha radici a Milano e in Italia ma si proietta in tutto il mondo, generando qualità, relazioni, opportunità di business e percorsi creativi che si riflettono positivamente sulla vita (e sull’abitare) di tutti noi.”
Il Presidente Mattarella, nel suo messaggio inviato all’inaugurazione dell’evento, ha detto: “sono lieto di inviare il mio saluto ai partecipanti alla Sessantesima edizione del Salone del Mobile. Milano che, dopo le sofferte restrizioni dovute alla pandemia, segna il ritorno a un appuntamento di rilievo assoluto in un settore significativo dell’economia nazionale ed elemento di punta del Made in Italy. È una affermazione di coraggio e tenacia che va apprezzata“.
L’importanza di un evento come il Salone del Mobile, capace di attirare designer, operatori e appassionati da tutto il mondo, è ancora più evidente se inserita nel più ampio contesto del ruolo del sistema fieristico come volano dell’economia.

Secondo una ricerca realizzata dallo studio Prometeia per Associazione Esposizioni e Fiere Italiane (AEFI) sul comparto fieristico nazionale, il settore è tra i principali filoni di business del Paese, ed ha mostrato grande capacità di adattamento e innovazione di fronte alle difficolta degli ultimi due anni. Questo anche grazie agli investimenti che il governo ha deciso di fare, ad esempio con il Patto per l’Export e i fondi per la digitalizzazione delle fiere internazionali.
Come spiega il portale Exportiamo, il settore fieristico “con i soli eventi nazionali e internazionali genera un indotto – tra servizi, trasporti e ospitalità e salari – di circa 22,5 miliardi di Euro l’anno e un valore aggiunto stimato in 10,6 miliardi di Euro, pari allo 0,7% del PIL. Senza considerare il giro d’affari che le imprese espositrici sviluppano durante le fiere.”
Le aziende che prendono parte alle fiere sono in grado di performare 7 volte meglio rispetto al complesso dell’economia italiana (+2% vs +0,3% la crescita media annua del fatturato dal 2012 al 2019). Guardando ai singoli comparti, le aziende dell’agroalimentare che partecipano alle manifestazioni sono quelle che hanno realizzato i risultati migliori in termini di extra-crescita dell’attività (+20,5%). Ma anche nei settori produttori di beni intermedi (come la meccanica) si registrano benefici superiori alla media (+14,4%).

“I numeri che emergono dallo studio Prometeia – ha detto il presidente di AEFI, Maurizio Danese – confermano in modo lampante come la 4^ industria fieristica al mondo sia prima di tutto un incubatore naturale di business per i distretti industriali italiani e poi una leva di indotto ad alto valore aggiunto in favore dei territori. Ora, per il post emergenza, il sistema punta sul rinnovamento: una fase cruciale per superare la frammentarietà attraverso alleanze strategiche fondate sui prodotti, salvaguardando i territori e il valore aggiunto prodotto sugli stessi.“
“La strada verso nuove alleanze – ha concluso Danese – è tracciata, un percorso che vogliamo fare anche attraverso la costituzione di un tavolo con il Governo per l’attuazione di un piano fieristico nazionale condiviso”.
Di Leonardo Brembilla