INDiplomacy ha intervistato Romano Baruzzi, il funzionario che ICE ha inviato a Tripoli per far ripartire le relazioni economiche con la Libia. Baruzzi ci ha raccontato la situazione attuale nel paese nordafricano e le iniziative che il suo desk intende portare avanti.


La Libia rappresenta un partner economico fondamentale per l’Italia. Per questo motivo, i recenti sviluppi che sembrano avviare il paese verso la conclusione del conflitto iniziato nel 2014 sono stati seguiti con molta attenzione dalle istituzioni italiane.

Romano Baruzzi, nuovo direttore di ICE a Tripoli, Libia
Romano Baruzzi, nuovo direttore di ICE a Tripoli, Libia

Del resto, il governo italiano ha sempre manifestato la volontà di sostenere anche economicamente la transizione pacifica promossa dall’ONU e giunta ad un primo importante risultato lo scorso marzo, con l’elezione del governo di unità nazionale guidato da Abdulhamid Dabaiba.

Il miglioramento della situazione politica in Libia, e le conseguenti opportunità economiche che si sono aperte, hanno spinto ICE a tornare a Tripoli, aprendo un nuovo desk all’interno dell’Ambasciata d’Italia che è stato affidato a Romano Baruzzi, un esperto funzionario ora al servizio del Made in Italy in Libia.

INDiplomacy ha intervistato Romano Baruzzi facendosi raccontare la situazione attuale nel paese nordafricano e le iniziative messe in campo per promuovere la ripresa delle relazioni economiche tra Italia e Libia.

Dopo il miglioramento della situazione in Libia, con la formazione del governo Dabaiba, ICE ha deciso di tornare a Tripoli, aprendo un desk all’ambasciata. Quale situazione ha trovato? 

Sicuramente una presenza di aziende italiane decisamente ridotta rispetto alle oltre 100 imprese che operavano in Libia prima del 2011. L’ICE – Agenzia ha riaperto da settembre a Tripoli un Desk Promozionale con l’obiettivo di dare supporto alle imprese italiane interessate al mercato attraverso attività di assistenza, di organizzazione di iniziative promozionali e la partecipazione di operatori economici libici alle principali iniziative dell’ICE-Agenzia in Italia come fiere, workshop, forum e BtoB sia in presenza che virtuali. 

A che punto sono oggi le relazioni commerciali tra Italia e Libia? 

Siamo ancora lontani dai valori storici del 2008 che hanno visto l’interscambio dell’Italia con la Libia superare i 17 mld. di euro. Tuttavia il 2021 sta facendo segnare una ripresa marcata di tutti gli indicatori. Il nostro Paese si conferma, nel secondo quadrimestre 2021, il 1° mercato di destinazione dell’export della Libia con una quota di mercato del 21% davanti a Spagna (12%), Cina (11%) e Germania (10%). 

Il Presidente del Consiglio Draghi e il premier libico Dabaiba a Tripoli, Libia
Il Presidente del Consiglio Draghi e il premier libico Dabaiba a Tripoli

L’interscambio Italia-Libia, nei primi 8 mesi di quest’anno, ha superato i 4 miliardi di euro con un +179,87% rispetto allo stesso periodo precedente ed una quota di mercato del 16,88% davanti a Cina (11,84%), Spagna (8,68%), Germania (8,14%) e Turchia (7,57%). Le esportazioni dell’Italia verso la Libia sono cresciute, nei primi 8 mesi del 2021, del 31,8% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. 

Nell’intero anno 2020, il valore dell’interscambio Italia Libia ha raggiunto un totale di 2,60 miliardi di euro guadagnando il secondo posto dopo la Turchia che ha totalizzato 2,89 mld di euro, la Cina al terzo posto con 2,38 mld di euro, la Germania con 1,10 mld di euro e la Spagna al quinto posto con 0,91 mld di euro. 

Con la fine delle ostilità inizia una fase importante di ricostruzione economica in Libia. Quali opportunità offre questa situazione alle aziende italiane?  

Le grandi disponibilità finanziarie derivanti dallo sfruttamento degli idrocarburi si sommano alle necessità di un paese da ricostruire per fare della Libia un mercato ricco di potenzialità. In teoria, in questa fase di ricostruzione, le imprese italiane possono svolgere un ruolo di primo piano sia per naturale vocazione industriale, sia in virtù della vicinanza geografica e dei legami storici che uniscono l’Italia al paese nordafricano. 

Quali sono i settori di maggiore interesse per le aziende italiane in Libia? 

I settori più presidiati sono quelli delle costruzioni, dell’energia, in particolare il petrolio, dell’impiantistica industriale e delle infrastrutture

pozzo di petrolio libia

In rapporto al modello italiano di specializzazione produttiva, l’economia libica mostra alcune evidenti potenzialità: da un alto, le infrastrutture e la filiera dell’edilizia, in un paese che ha grandi capacità di finanziare investimenti pubblici e che ha subìto ingenti danni dai conflitti del 2011, 2014 e 2019, sommatisi a decenni di incuria; dall’altro, i settori più tradizionali del Made in Italy, come l’agroalimentare, l’arredamento, la gioielleria oppure anche la farmaceutica, in un contesto che appare favorevole sia per la presenza di un notevole potere d’acquisto tra fasce crescenti della popolazione, sia per i bassi o nulli dazi doganali.

Per quanto riguarda invece la meccanica, l’assenza di un’industria manifatturiera di dimensioni significative limita le opportunità per i beni strumentali, mentre hanno evidenti potenzialità le macchine e gli apparecchi legati alle costruzioni e all’industria petrolifera. 

Quali saranno invece le sfide principali che le aziende italiane dovranno affrontare in Libia? E come possono prepararsi al meglio per gestirle? 

In Libia, il delicato processo di stabilizzazione comporta sfide molto difficili, sia sul piano politico-commerciale che su quello economico-finanziario, non solo per le aziende italiane. Una attenta attività di analisi, di monitoraggio e di scouting aiuterà sicuramente anche le imprese italiane a prepararsi per entrare e/o per ritornare in Libia con sicurezza e maggiore stabilità.    

Come ICE, che progetti avete per sostenere le aziende italiane in questo frangente? 

Romano Baruzzi durante l'edizione 2020 di Libya Build
Romano Baruzzi durante l’edizione 2020 di Libya Build

Export Tutor è la 16ma nuova iniziativa che ICE-Agenzia ha recentemente messo in campo per offrire alle imprese italiane, nell’ambito del patto per l’export, un percorso di internazionalizzazione più strutturato. Export Tutor si aggiunge alle altre novità introdotte in questi ultimi due anni per raggiungere un maggior numero di imprese con i servizi dell’ICE-Agenzia e le agevolazioni all’internazionalizzazione offerte dal sistema Paese: la gratuità dei servizi e degli spazi in fiere estere, i desk regionali, lo sportello unico export.gov.it. Con l’obiettivo di aumentare il numero delle imprese italiane esportatrici, l’ICE Agenzia persegue un cammino di servizi “easy to do with”. 

Quali sono i prossimi appuntamenti che le aziende possono sfruttare per iniziare ad affacciarsi sul mercato libico? 

Nel primo semestre del 2022, se ci saranno le condizioni necessarie di stabilità e di sicurezza nel Paese, l’ICE Agenzia, assieme l’Ambasciata d’Italia a Tripoli, valuteranno la possibilità di partecipare nuovamente, con una collettiva di imprese italiane, alla Libya Build di maggio (23-26) – la più grande fiera delle costruzioni in Nord Africa – ed anche l’organizzazione di evento sulle energie rinnovabili con incontri B2B tra imprese libiche e italiane. 

(Intervista a cura di Leonardo Brembilla).

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