Anche se in ritardo di un anno, l’Esposizione Universale in terra araba darà una spinta all’innovazione italiana, facendo fruttare per il Made in Italy circa 150 milioni di euro l’anno per almeno un lustro. Questo è quanto è stato riportato da uno studio della School of Management del Politecnico di Milano sugli impatti economici potenziali della partecipazione dell’Italia all’Esposizione Universale Expo Dubai 2020.

Quando il Commissariato aveva chiesto alla professoressa Lucia Tajoli, Ordinaria di Economia Internazionale alla School of Management del Politecnico di Milano e al professor Lucio Lamberti, associato di Marketing alla School of Management del Politecnico di Milano, di avviare la ricerca, la pandemia sembrava ancora lontana. Allora, al Politecnico avevano calcolato le ricadute per l’economia italiana dalla partecipazione all’Esposizione Universale, stimandole in circa 2 miliardi, in virtù del potenziamento dell’export nell’area Medioriente, Nord Africa e Sud Asia, dell’incremento dell’attività relativa a progetti infrastrutturali o all’attrazione di capitali verso le nostre piccole-medie imprese da parte di investitori di quell’area del mondo e anche grazie all’indotto turistico.
Ad oggi, lo scenario è del tutto diverso: l’economia internazionale è fortemente indebolita e alcuni Paesi, come la Cina, hanno perso posizione sul mercato. “Ecco allora che Dubai diventerà un’occasione pressoché unica di cercare di recuperare le posizioni perdute a causa delle turbolenze da epidemia. Il sistema Italia deve cercare di valorizzare, con un intervento ancora più forte, gli impatti e le ricadute economiche positive per il nostro Paese di questo evento” ha spiegato il Professor Lamberti.

Secondo il Commissario Generale per l’Italia all’Esposizione Universale, Paolo Glisenti, sebbene la cifra stimata dal Politecnico sia inferiore ad altri Paesi, come Francia e Germania, sarebbe comunque un gran ritorno in uno scenario abbastanza complesso: secondo una recente indagine di EY Barometer, la raccolta complessiva di capitali da parte delle “startup” e “scaleup” italiane è stata nel 2020 di 569 milioni di euro, con la Lombardia in testa.
Tra i settori chiave al centro dell’Esposizione Universale “Expo Dubai 2020”, ci sono aziende che puntano ad entrare nel comparto dello spazio, quelle che mirano alla transizione ecologica, alcune che gravitano sul fronte dei trasporti e della mobilità e altre che rappresentano un’innovazione nel campo dell’agricoltura e della medicina.
Come ci ha ricordato Glisenti, dunque, “l’Expo di Dubai potrà imprimere una forte spinta verso le filiere dell’innovazione italiana”.