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Elisabetta Belloni, Segretaria Generale del Ministero degli Esteri.

Lo scorso 17 marzo, nell’ambito delle relazioni diplomatiche tra Italia e Turchia, si sono tenute in forma virtuale delle consultazioni tra la Segretaria Generale del Ministero degli Esteri, Elisabetta Belloni, e il viceministro degli Esteri e direttore per gli Affari europei turco, Faruk Kaymakci. L’incontro, che la Farnesina ha definito proficuo, sì è concentrato sul rafforzamento delle relazioni bilaterali, sui rapporti tra Unione Europea e Turchia e sulla complessa situazione del Mediterraneo orientale. I due funzionari hanno inoltre discusso della presidenza italiana del G20 e della COP26, che si terrà il prossimo novembre a Glasgow sotto co-presidenza italo-inglese.

Le consultazioni si sono dunque occupate di questioni centrali per la politica estera italiana, in un frangente in cui, alla stretta cooperazione economica che caratterizza da sempre i rapporti tra i due paesi, si è aggiunto un rinnovato dialogo politico stimolato dal recente attivismo turco nella regione mediterranea.

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Il viceministro degli Esteri e direttore per gli Affari europei, Faruk Kaymakci.

Da un lato, infatti, le relazioni economiche e commerciali tra i due paesi sono solide e segnate da una crescita significativa negli ultimi anni: mentre nel 2000 l’Italia esportava in Turchia beni per 1.5 miliardi di euro e importava beni per €3.6 miliardi, nel 2019 l’export è stato pari a €8.6 miliardi e l’import a €9.3 miliardi. L’Italia rappresenta il quinto partner commerciale della Turchia e il secondo tra i paesi europei, oltre a essere molto presente nel paese, con 1400 aziende attive e $523 milioni di investimenti.

Dall’altro lato, le relazioni politiche tra i due paesi si sono intensificate nell’ultimo periodo: l’attivismo dimostrato dalla Turchia in diversi scenari geopolitici particolarmente importanti per l’Italia ha reso necessario agli occhi del governo italiano un dialogo più stretto con Ankara, testimoniato dalle frequenti visite da parte di esponenti del governo italiano nel paese.

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Il Ministro degli Esteri Luigi di Maio con il Ministro degli Esteri turco Mevlüt Çavuşoğlu.

Tra gli scenari in questione vi è, innanzitutto, quello libico: l’appoggio militare turco al GNA di Fayez al-Serraj è stato determinante nel fermare l’avanzata di Haftar verso Tripoli e portare al dialogo che ha permesso la recente formazione di un vero governo di unità nazionale in Libia. L’Italia, d’altro canto, è determinata a giocare un ruolo centrale nel processo di stabilizzazione del paese, ma per farlo deve tenere necessariamente tenere conto degli interessi turchi.

Inoltre, la Turchia gioca un ruolo importante nel Caucaso meridionale grazie al forte legame con l’Azerbaijan, reso evidente dal cruciale apporto turco all’azione militare azera nel Nagorno Karabakh. Come avevamo raccontato in questo articolo, l’Azerbaijan rappresenta un partner fondamentale anche per l’Italia, sia da un punto di vista energetico, sia più in generale come punto d’appoggio per la politica estera del nostro paese nella regione caucasica.

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Una nave scortata dalla Marina turca nelle acque del Mediterraneo orientale

Infine, vi è la questione del Mediterraneo orientale: un ambito segnato da crescenti tensioni tra la Turchia da un lato e la Grecia dall’altro, con la Francia e Cipro anch’esse ai ferri corti con Ankara. L’Italia, come scrive Dario Cristiani nell’Osservatorio ISPI-IAI sulla politica estera italiana, ha significativi interessi energetici legati giacimenti di gas nell’area e si trova costretta a dover bilanciare tra interessi nazionali, la volontà di mantenere una coesione europea e la necessità di garantire la stabilità regionale. Proprio i buoni canali diplomatici che l’Italia mantiene con la Turchia, in questo caso, potrebbero permetterci di assumere una posizione di mediazione, contribuendo a stemperare il clima teso degli ultimi mesi.