
Un team misto di studenti italiani ed israeliani si è aggiudicato il primo premio della competizione “Science Accelerator“, dedicata all’innovazione nel settore aerospaziale e organizzata dall’impresa sociale israeliana per la promozione di imprenditorialità e innovazione nel settore dell’aerospazio Out of the Box.
Science Accelerator, giunta alla sua quinta edizione, ha come missione quella di avvicinare giovani studenti al settore aerospaziale, fornendo loro le competenze necessarie per affacciarsi in questo ambito ricco di opportunità. Una particolare attenzione viene dedicata alla partecipazione femminile.
L’obiettivo di Science Accelerator, spiegano gli organizzatori, è quello di rendere lo spazio più accessibile e di creare una società più equa, sulla Terra e non solo.

Alla finale dell’edizione 2022 di Science Accelerator, che si è tenuta presso la Federazione Unitaria Italiana Scrittori (Fuis), sono arrivati sette gruppi di studenti, di età compresa tra i 13 e i 17 anni, provenienti da scuole in Israele, Italia, Turchia, India e Nigeria.
I sette progetti finalisti a Science Accelerator erano i seguenti: “Wendy”, un’infermiera digitale in grado di fornire servizi di diagnostica medica e psicologica agli astronauti; “One Step Forward”, stivali da astronauta per migliore stabilità e movimento su Marte e sulla Luna; “Photomars”, un sistema di fotosintesi artificiale per Marte; “Lost in Space”, un telescopio su meteorite per riprese a profondità di campo; “Plants for Life”, soluzioni di sepoltura ecologica su Marte; “Lolaf”, un medico virtuale per gli astronauti di ritorno sulla Terra e “Back from Space”, un esoscheletro pensato per permettere un più rapido recovery agli astronauti di ritorno sulla Terra dallo Spazio.
A vincere è stato il progetto One Step Forward, ideato da una squadra composta da Raz Ben Haim Orzel della Shimon Ben Zvi High School di Givatayim, Shir Hermosh, Kelai High School di Givatayim, Beary Bitton di ORT Liceo di Ma’ale Tiberias, Daniel Kand, del Liceo Kanot, Fabio Pastore e Riccardo Gobbi del Liceo Scientifico Democrito di Roma.

Gli studenti italiani, coordinati dalla professoressa Tiziana Pisani, hanno lavorato con i colleghi israeliani per circa un anno. Nonostante la distanza, sono riusciti a portare a termine il loro progetto, e a presentarlo alla giuria costituita da esperti italiani e internazionali, tra cui Raphael Singer, ministro per gli Affari economici e scientifici dell’ambasciata di Israele in Italia; il tenente colonnello Giuseppe Gandolfo, Senior Staff Officer presso lo Stato Maggiore dell’Aeronautica e l’ingegner Ilaria Cinelli, esperta in ingegneria biomedica e spaziale.
AL secondo posto si è collocata Wendy, ideata da un gruppo interamente israeliano, mentre sul gradino più basso del podio, infine, è salita la startup Pfl -Plants for Life.
“Negli ultimi anni abbiamo assistito a un enorme sviluppo nel campo dell’aerospazio” ha spiegato a Forbes Vered Cohen Barzilay, fondatrice e direttrice di Out of the Box, nonché una delle sole 35 donne al mondo a essere stata selezionata dall’Ufficio delle Nazioni Unite per gli affari spaziali esterni (Unoosa) come mentore per la sua rete Space4Women.

“Il nuovo mercato spaziale”, ha aggiunto Barzilay, “sta crescendo rapidamente e si sta aprendo anche alle persone comuni. La generazione futura deve disporre delle competenze e degli strumenti appropriati per le sfide che dovrà affrontare in futuro”.
La cooperazione in ambito spaziale tra Italia e Israele è significativa, e si basa sul solido rapporto tra le due agenzie spaziali, l’Israel Space Agency (Isa) e l’Agenzia Spaziale Italiana (Asi), ma anche su diversi scambi in ambito industriale. Israele è il paese che investe la percentuale più alta del proprio PIL in ricerca e innovazione, e questo ne fa un partner chiave nei settori ad alta tecnologia.