
Un dialogo culturale fra due fotografi, l’italiano Cosmo Laera e il greco Giannis Giannelos, si ritrova in una mostra allestita nell’isola di Kythnos, nell’arcipelago delle Cicladi, con il patrocinio dell’Ambasciata d’Italia in Grecia e in collaborazione con il Comune di Kythnos e l’Istituto Italiano di Cultura di Atene.
Gli scatti della mostra “Testimoni di pietra“, inaugurata il 20 luglio 2022 nei cortili delle chiese di Panagia Stratilatissa e Panagia Flambouriani, traggono ispirazione dall’arte del muretto a secco e dal paesaggio tradizionale, valorizzando sia l’ambientazione della Grecia sia i territori agricoli del sud italiano.
L’evento riflette gli obiettivi delle istituzioni locali di creare connessioni culturali tra Kythnos e il mondo. In questo contesto, il potere catalizzatore dell’arte unisce le persone, mette in evidenza radici e tradizioni comuni, incoraggia la cooperazione tra Paesi, aiuta la comunicazione e la comprensione reciproca tra Italia e Grecia.
Con sensibilità e maestria, i due artisti mettono in luce l’anima e l’autenticità del paesaggio mediterraneo attraverso l’impronta indelebile e caratteristica dell’uomo sul territorio rurale.
Il famoso fotografo greco Giannis Giannelos, nelle sue fotografie da Kythnos e dalla Grecia, celebra l’antica arte del muretto a secco, che segna e determina la configurazione del paesaggio delle Cicladi, formando motivi e strutture di unico valore estetico e architettonico. Rispettivamente, il fotografo italiano Cosmo Laera racconta nelle sue opere le campagne del Sud Italia, come simbolo del lavoro umano e dello sforzo di dominare la natura.

Nelle immagini prende forma la fatica della costruzione del muretto a secco, si racconta la storia di contadini e pastori che di generazione in generazione riuscirono ad estrarre lembi di terra coltivabile e conquistarono terre scoscese e pietrose costruendo centinaia di chilometri di muretti a secco.
Osservando il paesaggio rurale di tutta l’area Mediterranea ma anche in alcune parti del Nord Europa, la prospettiva è definita dalle tracce dei muri a secco che tendono a delimitare la proprietà, a segnare l’area che, attraverso un linea di pietre, diventerà un Topos preciso e inconfondibile.
Il muretto a secco segna la storia del luogo, stabilisce il confine di una superficie che appartiene a qualcuno ed è al tempo stesso un modo per escludere, per impedire l’intromissione, una maniera per racchiudere, mantenere e raccogliere all’interno di un determinato spazio. Stabilisce i confini definendo strade, appezzamenti e proprietà, eppure lasciando sempre a vista tutto ciò che lo circonda. Tale è la prerogativa di questo segno che si sviluppa sul terreno ma non impedisce di guardare oltre, di proseguire il viaggio dello sguardo.

Poiché la natura e la tradizione sono al centro delle opere fotografiche, per la presentazione del colloquio artistico dei due fotografi è stata scelta una soluzione espositiva originale ed unica. Due delle più belle e famose chiese tradizionali di Kythnos, Panagia Stratilatissa e Panagia Flambouriani, ospitano stampe fotografiche di grandi dimensioni nei loro cortili esterni.
Con grande rispetto per il patrimonio storico del luogo, due dei punti di riferimento dell’isola sono inseriti nelle attività culturali contemporanee, a testimonianza dell’importante ruolo svolto dall’elemento spirituale per l’isola di Kythnos. Il paesaggio naturale fa da cornice alle opere d’arte mentre allo stesso tempo vengono rivelati i tesori dell’isola e le sue bellezze.