La crisi in Ucraina continua a dominare la politica internazionale, preoccupando soprattutto i paesi europei, Italia e Francia comprese, che rischiano di ritrovarsi un conflitto alle porte d’Europa.  

I ministri degli Esteri di Francia e Italia, Jean-Yves Le Drian (sinistra) e Luigi Di Maio
I ministri degli Esteri di Francia e Italia, Jean-Yves Le Drian (sinistra) e Luigi Di Maio

Lo scorso venerdì il ministro degli Esteri Luigi Di Maio ha avuto un colloquio telefonico con l’omologo francese Jean-Yves Le Drian, proprio per discutere i recenti sviluppi al confine russo-ucraino e in Ucraina orientale

Il colloquio, riferisce la Farnesina in un comunicato, è stato “lungo e fruttuoso”. Il comunicato prosegue spiegando che “i due Ministri – nel ribadire sostegno all’integrità territoriale ed alla piena sovranità dell’Ucraina – hanno condiviso l’impegno a proseguire sulla strada del dialogo con la Russia, mantenendo unito il fronte europeo nella definizione di una risposta comune in funzione deterrente che sia al contempo efficace e sostenibile.” 

Il Ministro Di Maio ha espresso inoltre la speranza che Mosca accetti l’offerta dei paesi della NATO ad avviare un confronto serio e concreto per risolvere la crisi, sottolineando al contempo l’importanza di evitare un’escalation delle tensioni, che ridurrebbe i margini dell’iniziativa politica e diplomatica. 

Mario Draghi insieme a Emmanuel Macron
Mario Draghi insieme a Emmanuel Macron

Nelle scorse settimane, il presidente Emmanuel Macron ha cercato di ritagliarsi un ruolo da mediatore nella crisi, avviando un canale diretto con Vladimir Putin. I due si incontreranno per un faccia a faccia oggi a Mosca, e domani il presidente francese volerà a Kiev. Anche l’Italia, visti i tradizionali buoni rapporti con la Russia, avrebbe lo spazio per porsi come mediatore tra le parti coinvolte. Non a caso, il Presidente del Consiglio Mario Draghi ha avuto nei giorni scorsi un lungo colloquio telefonico con Putin, rimarcando “l’importanza di adoperarsi per una de-escalation delle tensioni, alla luce delle gravi conseguenze che avrebbe un inasprimento della crisi”, come spiega Rainews.

L’Italia vede con estrema preoccupazione le tensioni russo-ucraine anche a causa delle possibili conseguenze di un eventuale conflitto sulle forniture di gas russo, da cui il nostro paese è molto dipendente. 

La firma del Trattato del Quirinale tra Francia e Italia
La firma del Trattato del Quirinale tra Francia e Italia

In questo frangente, dunque, la capacità di muoversi in modo coordinato è cruciale, e Italia e Francia stanno dando prova di volersi sostenere a vicenda, come dimostra il colloquio tra Di Maio e Le Drian ed anche i messaggi di Macron e Draghi, molto simili tra loro.  

La crisi ucraina offre dunque a Italia e Francia la possibilità di mettere alla prova la volontà di rafforzare i rapporti bilaterali, sfociata di recente nella firma del Trattato del Quirinale. Finora, le premesse sono buone. 

Un altro banco di prova per la capacità e l’effettiva volontà di lavorare insieme sarà il dossier del Sahel, un altro dei temi toccati da Di Maio e Le Drian durante il loro colloquio. I due ministri hanno infatti discusso degli ultimi sviluppi in Mali, concordando sull’opportunità di mantenere uno stretto coordinamento anche con riferimento al comune impegno nella lotta al terrorismo nella regione saheliana.  

Truppe italiane impegnate in una missione di addestramento in Mali
Truppe italiane impegnate in una missione di addestramento in Mali

L’Italia, spiega su l’Eco di Bergamo Andrea Valesini, è “tra i Paesi europei che più ha aumentato negli ultimi 3-4 anni il proprio impegno nella regione, in termini di risorse diplomatiche, economiche e militari.” Un contingente italiano, assieme ad altri 13 contingenti europei, fa parte della Task Force Takuba, nata da un’iniziativa francese per contrastare il terrorismo jihadista nella regione

A causa di tensioni con il governo del Mali, però, la Francia ed altri paesi europei stanno sfilandosi dall’impegno, e l’Italia rischia di trovarsi sola in uno scenario complesso, con tanti pericoli e poche possibilità di avere un impatto positivo. Anche in questo frangente, saper cooperare con la Francia diventa cruciale.