Nell’ambito del Programma Interreg V A Italia-Croazia 2014-2020, la Regione Veneto ha approvato cinque nuovi progetti transfrontalieri per sostenere la cooperazione nell’area adriatica, su temi che riguardano in modo particolare la Blue Economy e la conservazione degli ambienti marini.

“Dopo aver finanziato 22 progetti Standard+, 50 progetti Standard e 11 progetti Strategici durante il terribile periodo del lockdown nel 2020“- spiega l’assessore di Regione Veneto con delega ai Fondi UE, Federico Caner – “con il Programma Interreg V A Italia-Croazia 2014-2020 compiamo un ulteriore passo in avanti utilizzando tutti i fondi residui del Programma approvando ulteriori 5 progetti che complessivamente hanno un valore di 3 milioni di euro”.
I progetti sono stati costruiti in base ad alcune tematiche selezionate dal Comitato di Sorveglianza e ritenuti rilevanti per gli obiettivi del Programma Italia-Croazia. Inoltre, alcuni dei progetti transfrontalieri già finanziati lavoreranno assieme per capitalizzare i risultati e promuovere il consolidamento della collaborazione fra i partner italiani e croati, che hanno già affrontato problematiche comuni.

Come spiegato da Caner, gli obiettivi alla base dei progetti riguardano la valorizzazione del patrimonio culturale, la promozione dell’uso sostenibile delle risorse marine, l’implementazione di modelli di economia circolare in ambito marittimo, l’introduzione di misure che limitino il fenomeno dell’intrusione del cuneo salino nei terreni agricoli, ed infine il sostegno a favore del processo di digitalizzazione e uso delle tecnologie di comunicazione per la migliore gestione del traffico marittimo.
Nello specifico, due progetti hanno come capofila il Veneto con l’Università degli Studi di Padova, progetto Secure, e la Società per il Trasferimento tecnologico e l’innovazione di Treviso – T2i, partner del progetto CLASS 4.0.

Il primo punta a massimizzare le esperienze e i principali risultati raggiunti sinora da altri tre progetti finanziati sempre dal Programma, con l’obiettivo di creare sinergie e aumentare la base di conoscenze comuni sulla contaminazione da acqua salata delle coste dei territori nell’arco nord Adriatico.
Il secondo punta a rafforzare la competitività e la capacità di innovazione delle piccole e medie imprese, focalizzandosi soprattutto sulle opportunità offerte dalle soluzioni “data driven” nell’economia circolare e del mare.