di Khalid Chaouki
Il 2021 sta terminando mentre ci prepariamo ad affrontare un nuovo anno.

Certamente un cambio di date mentre le priorità per l’Italia, così come per il mondo intero non cambieranno. Trovare soluzioni quanto più certe possibili per uscire dalla pandemia e contemporaneamente provare con grandi sforzi a convivere con questa situazione critica per tenere viva l’economia dei nostri Paesi e gestire al meglio le crisi che minacciano la stabilità a partire dalla vicina Libia, il Corno d’Africa e la delicata crisi tra Ucraina e Russia.
L’Italia, per fare un bilancio di questo 2021, ha reagito meglio di altri come Sistema Paese di fronte alla sfide che si attendevano. L’organizzazione del G20, il rilancio di alcune manifestazioni internazionali di carattere fieristico, il superamento senza particolari problemi del drammatico ritiro dall’Afghanistan. Solo per citare alcuni dei dati positivi che qui su INDiplomacy abbiamo raccontato in questi mesi. Ovviamente rimangono alcune questioni chiave sul fronte internazionale ancora irrisolte e particolarmente preoccupanti su cui occorre a nostro avviso porre l’accento nelle prossime settimane e nei prossimi mesi.

In primis la questione libica segna uno stallo e un rischio concreto di ritorno al caos in caso di una proroga indeterminata delle elezioni già previste per il 24 dicembre di quest’anno.
L’Italia dovrà tentare con maggiore slancio e miglior capacità di leadership a riprendere la guida del dialogo con le leadership libiche al fine di rafforzare il processo politico in corso e prevenire una eventuale pericolosa escalation. Inutile ricordare qui gli effetti immediati di nuove instabilità in Libia a partire dalla questione irrisolta delle migrazioni incontrollate, i rischi di infiltrazioni terroristiche fino alla questione energetica.
La seconda sfida per il 2022 sarà rappresentata dalla risposta che verrà data in contrasto alla pandemia ai milioni di uomini e donne dei Paesi africani ancora senza vaccino. Liberalizzare i brevetti per la produzione dei vaccini destinati ai Paesi più poveri come sollevato durante il G7 sarà un obiettivo da non mancare. In che modo l’Italia, in virtù della sua capacità di mediazione e della particolare attenzione riservata al continente africano negli ultimi anni in particolare, riuscirà a dare un segnare tangibile di solidarietà internazionale nell’interesse del mondo intero.

Sono solo due tra le innumerevoli sfide che l’Italia dovrà affrontare in un contesto di relazioni internazionali in continua e rapida trasformazione dove sembrano non reggere sempre le tradizionali alleanze di fronte alla necessità di ciascun Paese di salvare il salvabile e pensare alle proprie priorità nazionali.
Ed è in questo difficile scenario che occorre al più presto quindi ritrovare le chiavi giuste di una rinnovata diplomazia parallela, in cui si rafforzi sempre più la necessaria sinergia tra le diverse anime del Sistema Paese. Uno schema di impegno dell’Italia nel mondo attraverso la valorizzazione di tutte le sue voci. L’Italia forte grazie alla sua storia e alla sua straordinaria capacità di rigenerarsi. È questa l’Italia che ci promettiamo di continuare a tifare nel 2022 che ci aspetta.