Lo scorso 10 gennaio il Ministro degli Esteri Luigi di Maio si è recato a sorpresa in Arabia Saudita. Qui, ha incontrato il principe ereditario del Regno Mohammad Bin Salman ed il Ministro degli Esteri Principe Faisal bin Farhan, con il quale ha firmato un memorandum of understanding volto ad avviare un dialogo strategico bilaterale tra Italia e Arabia Saudita.

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Di Maio con MBS

L’incontro, svoltosi nella città di Al Ula, è stato un’occasione di confronto sulle relazioni bilaterali tra i due paesi, ormai vicine al novantesimo anniversario. In cima ai temi affrontati il G20, di cui l’Italia ha assunto la presidenza per l’anno corrente raccogliendo il testimone proprio dall’Arabia Saudita.

Di Maio ha inoltre espresso soddisfazione per la riappacificazione tra Arabia Saudita e Qatar, avvenuta pochi giorni prima durante il summit del GCC tenuto proprio ad Al Ula. “Si tratta di una premessa fondamentale per maggiore stabilità e sicurezza nella regione. Apprezziamo l’impegno costruttivo delle parti nel superare la controversia, un obiettivo che l’Italia ha sempre sostenuto con convinzione”, ha detto Di Maio al quotidiano saudita Arab News.

Infine, i colloqui si sono concentrati sul contrasto alla pandemia e sul rafforzamento delle relazioni economiche e commerciali tra i due paesi. Relazioni già di una certa importanza: da un lato, nel 2019 il regno saudita è stato il quinto fornitore italiano di petrolio, per una quota di mercato pari all’8.1%. Dall’altro lato nello stesso anno l’Italia ha esportato in Arabia Saudita beni pari a 3,3 miliardi di euro, rappresentando il settimo fornitore di Riad: un dato in crescita del 6% rispetto al 2018.  La maggior parte delle esportazioni italiane si compone di: macchinari (36% delle esportazioni totali); macchine, elettrodomestici e materiale elettrico (6,8% dell’export); mobili (6%); ghisa e acciaio (5,1%).

Ad accrescere l’interesse italiano per il mercato saudita, che vede la presenza di oltre 70 aziende italiane, vi sono inoltre le grandi opportunità emerse dall’ambizioso piano strategico saudita denominato “Vision 2030“, un piano voluto dal principe ereditario per diversificare l’economia saudita riducendone la dipendenza dal petrolio. Il piano, presentato nel 2016 di fronte ai primi segnali di fatica del modello del “rentier state”, prevede riforme strutturali ed enormi investimenti in infrastrutture, creazione di posti di lavoro e sviluppo delle PMI.

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Cantiere della Metro3 di Riyadh, costruita da Salini Impregilo

All’interno di Vision 2030 è incluso il futuristico progetto di NEOM, una città ipertecnologica che promette di rivoluzionare l’urbanistica. La città, che verrà costruita dal nulla nel nord del paese in riva al Mar Rosso, in un’area cruciale per il commercio, è un tassello fondamentale della trasformazione del regno in uno snodo commerciale e tecnologico globale. L’investimento complessivo di 500 miliardi di dollari rappresenta un’opportunità imperdibile per le aziende italiane, spesso all’avanguardia e forti di una reputazione costruita sulla qualità dei propri prodotti. Salini Impregilo, presente da anni nel paese, è già parte dei contractor coinvolti nel progetto.