Oggi, 11 febbraio, è la Giornata delle donne e delle ragazze nella scienza.

In passato, la carriera in ambito scientifico era difficilmente accessibile alle donne. Non solo: spesso, il contributo delle scienziate all’avanzamento del sapere scientifico veniva nascosto, negato o usurpato. Lo racconta, tra i tanti esempi, la storia di Rosalind Franklin, chimica inglese, che fu la prima al mondo a fotografare la struttura ad elica del DNA ma che in vita non ottenne mai riconoscimento delle proprie scoperte, a differenza dei colleghi uomini.
Ancora oggi, le scienze rimangono un ambito fortemente dominato dagli uomini. Come si legge sul sito dell’ONU dedicato alla Giornata delle donne e delle ragazze nella scienza, le scienziate costituiscono soltanto un terzo del totale dei ricercatori, costituiscono solo il 12% dei membri delle accademie scientifiche e ricevono in media molti meno fondi dei colleghi uomini, oltre ad essere pagate meno e ricevere meno considerazione da parte delle riviste scientifiche.

E ancora, nonostante la carenza di lavoratori in questi settori, le donne rappresentano solo il 28% dei laureati in ingegneria e il 40% dei laureati in informatica. In Italia, solo il 16% delle ragazze si laurea in facoltà scientifiche contro il 37% dei ragazzi.
Proprio per chiudere questo gap e incoraggiare le giovani donne a intraprendere studi e carriere scientifiche, sette anni fa l’Assemblea Generale dell’ONU ha istituito l’International Day of Women and Girls in Science.
In Italia, una delle persone che più si sono impegnate per avvicinare le giovani donne alla scienza è Amalia Ercoli Finzi. Prima donna a laurearsi in Ingegneria aeronautica in Italia, professoressa al Politecnico di Milano, direttrice della missione Rosetta che, nel 2014, ha portato una trivella progettata da lei su una cometa a 500 milioni di chilometri dalla Terra e, da quando è andata in pensione, consulente per la NASA e l’Agenzia Spaziale Europea: Amalia Ercoli Finzi ha dato tantissimo al mondo della scienza. In questo recente articolo, abbiamo raccontato di come l’ESA abbia voluto dedicarle uno dei due rover europei che fanno parte della missione ExoMars 2022, diretta verso Marte. L’altro rover è dedicato a Rosalind Franklin.

La storia del nostro paese è costellata di donne capaci di rompere le barriere, costruirsi carriere brillanti nella scienza e portare un contributo fondamentale all’avanzamento della nostra società. Pensiamo a Rita Levi Montalcini, o a Margherita Hack, a scienziate come la senatrice a vita Elena Cattaneo, la direttrice del CERN Fabiola Giannotti e la fisica Lucia Votano, all’astronauta Samantha Cristoforetti, prima donna europea a comandare la Stazione Spaziale Internazionale.
Su INDiplomacy abbiamo dato spazio alle storie di tante scienziate che hanno lasciato, e continuano a lasciare il segno. Continueremo a farlo, per dare nel nostro piccolo un contributo affinché sempre più donne si facciano spazio nel mondo della scienza.