L’export italiano ha prevalso nel 2021 con risultati superiori ai livelli pre-Covid. È quanto è stato rilevato dalla XXXV edizione del “Rapporto sul commercio estero – L’Italia nell’economia internazionale”, presentato lo scorso 16 luglio da ICE Agenzia alla presenza del ministro degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, Luigi Di Maio, e del presidente Istat, Gian Carlo Blangiardo. Fra i Paesi del G8 l’Italia è seconda per minor flessione dell’export e ha performato molto meglio di Francia, Regno Unito e Stati Uniti.

Lo studio sull’export del nostro Paese – realizzato da ICE Agenzia insieme con Prometeia, Istat, The European House Ambrosetti, Fondazione Masi e Università Bocconi – ha evidenziato che, già durante la pandemia, il contributo dell’export al PIL dell’Italia era stato meno sfavorevole di quello delle altre componenti, consumi e investimenti. La crescita delle esportazioni italiane fa segnare un totale di 161,549 miliardi di euro nel 2021 e riguarda quasi tutti i settori, largamente positivi anche sul 2019.

I prodotti alimentari bevande e tabacco sono cresciuti del 5,3% rispetto allo stesso periodo del 2020 e, addirittura, del 12,3% sullo stesso periodo del 2019; il settore dei metalli ha registrato un +29,1% sul primo quadrimestre del 2020 e +12% sullo stesso periodo del 2019, quello dei prodotti chimici +10,2% e +7,1% a pari periodo sul 2019, mentre il settore degli apparecchi elettrici +31,6% rispetto allo stesso periodo del 2020 e +8,2% sul 2019.

“Un anno fa dicevo che superata l’emergenza avrebbe prevalso l’eccellenza del Made in Italy; a un anno di distanza, numeri alla mano, possiamo dire che l’eccellenza ha prevalso anche durante la pandemia” ha affermato Carlo Ferro, presidente dell’ICE, durante la presentazione del rapporto Ice e Annuario 2021 Istat-Ice. “Ne stiamo progressivamente uscendo grazie ai progressi della campagna vaccinale, sentiamo l’energia delle imprese e delle persone per intercettare la ripartenza senza perdere un giorno” ha concluso.
Secondo il rapporto ICE, le imprese esportatrici hanno un dinamismo strategico mediamente superiore a quello delle imprese che non esportano: maggior grado di resilienza durante la crisi e di reazione al cambiamento nella ripartenza. Per quanto riguarda le startup italiane, messe duramente alla prova dal Covid-19, i dati più recenti hanno rivelato un aumento delle startup innovative nonostante l’emergenza pandemica e questo grazie alle dinamiche del settore delle startup e, soprattutto, al finanziamento all’innovazione post crisi pandemica.