Il colosso energetico italiano Eni è attualmente il principale produttore di idrocarburi in Egitto, Paese in cui, attraverso la sua controllata International Egyptian Oil Company (IEOC) Production BV, è presente dal 1954.

La compagnia, come annunciato lo scorso 24 dicembre dal ministero del Petrolio del Cairo, ha firmato un accordo con un’azienda pubblica petrolifera egiziana, la Egyptian General Petroleum Corporation (Egpc), per compiere attività di “esplorazione, sviluppo e sfruttamento del petrolio nelle aree del Golfo di Suez e del Delta del Nilo”, per un investimento complessivo di un miliardo di dollari.
Come previsto dai patti, l’azienda italiana si impegnerà inoltre a spendere “non meno di 20 milioni di dollari” aggiuntivi per la perforazione di quattro pozzi, ha aggiunto il ministero in una nota.

L’accordo è stato firmato dal Ministro del Petrolio e delle Risorse Minerarie Ing. Tarek El-Molla, dall’Amministratore Delegato di EGPC Abed Ezz El-Regal per l’Egitto e dal Direttore Esecutivo delle Operazioni di Eni Alessandro Politi.
Il comunicato sottolinea che l’intesa si inserisce nel quadro della strategia del ministero del Petrolio di aumentare i tassi di produzione e affrontare il naturale calo dei pozzi, ricorrendo alle ultime tecnologie.
La dichiarazione ha aggiunto inoltre che il ministero ha come obiettivo quello di incoraggiare i partner ad effettuare maggiori investimenti nel campo dell’esplorazione di petrolio e gas, perseguendo l’aspirazione del Paese nel diventare un principale hub regionale.

Negli ultimi anni Eni ha preso parte a numerose esplorazioni in Egitto, ottenendo diversi riconoscimenti, tra cui la scoperta nel 2015 del gigantesco giacimento di gas Zohr, il più grande di sempre nel Mediterraneo, al largo delle coste egiziane.
Gli ultimi annunci di Eni risalgono allo scorso ottobre, con la scoperta di tre nuovi giacimenti petroliferi nelle concessioni di Meleiha e South West Meleiha site nel Sahara occidentale egiziano.