Un’occasione di confronto sull’innovazione tecnologica in agricoltura, guardando insieme alle nuove frontiere della coltivazione idroponica: con questo obiettivo, l’Ambasciata d’Israele in Italia, Confagricoltura e l’Israel Export Institute hanno organizzato un incontro per approfondire lo sviluppo di nuove tecniche per la coltivazione idroponica da parte di studiosi israeliani e aziende come Tap, Vertical Field, Growponics, Agam e Mapal.

La partnership tra l’Ambasciata d’Israele e Confagricoltura è frutto di una collaborazione più che decennale. Un Collaborazione che nel 2018 si è rafforzata grazie a un protocollo di intesa volto a favorire uno scambio di know-how e conoscenze attraverso eventi e attività mirate, mettendo in contatto ricerca e attività imprenditoriale in agricoltura nel segno della ricerca scientifica e dell’innovazione tecnologica. Questo anche nell’ottica di sostenere l’internazionalizzazione delle imprese italiane e la promozione del Made in Italy nel mondo.
Come si legge sul sito di Confagricoltura, “Israele è leader nella coltivazione fuori suolo e nella micro-irrigazione. I suoi ricercatori hanno presentato alle imprese di Confagricoltura le ultime novità ad alto contenuto tecnologico per idroponica, agricoltura verticale, geoponica, aeroponica, serre innovative, soluzioni di deumidificazione e fertilizzazione organica.
L’obiettivo primario è produrre di più con meno risorse naturali, come terra e acqua, attraverso soluzioni che promuovano il raggiungimento degli obiettivi europei del Green New Deal e il constrasto alle conseguenze dei cambiamenti climatici.”

Il presidente di Confagricoltura Massimiliano Giansanti ha colto l’occasione per sottolineare l’importanza del consolidato rapporto con l’Ambasciata israeliana, nata dalla volontà dei produttori italiani di innovarsi ed essere protagonisti di un cambiamento sempre più necessario in un’epoca in cui ogni attività produttiva deve fare i conti con il proprio impatto sull’ambiente in cui è inserita. L’avanzato know-how acquisito dagli israeliani, che da sempre sono costretti a misurarsi con un ambiente povero di risorse naturali, rappresenta un potenziale strumento in tal senso.
Per gli israeliani, d’altro canto, “l’incontro costituisce un’occasione estremamente importante per presentare le tecnologie sviluppate in Israele per far fronte alla carenza d’acqua, e mostrare come queste ultime possano essere applicate in risposta ai bisogni italiani”, come ha affermato il Ministro degli Affari Economici e Scientifici dell’Ambasciata, Raphael Singer.

La collaborazione con il nostro paese è vista come strategica dagli imprenditori high-tech israeliani: la diversificazione, flessibilità ed estensione del nostro sistema industriale rendono infatti l’Italia un partner molto valido nelle fasi di industrializzazione e commercializzazione dei prodotti e delle tecnologie. In generale, l’Italia è un partner commerciale importante per Israele, di cui è il quinto fornitore e quattordicesimo cliente, con un interscambio commerciale che nel 2019 ammontava a 3,3 miliardi di euro.