Negli ultimi anni l’Azerbaijan ha assunto una sempre maggiore rilevanza per l’Italia, divenendo il punto d’appoggio e partner strategico dell’Italia nella regione caucasica.
I rapporti tra i due paesi si basano, innanzitutto, sulle fonti di energia. L’Azerbaigian è da anni il primo fornitore di petrolio dell’Italia, assieme all’Iraq. Inoltre, di recente è entrato in funzione il gasdotto TAP, parte di un’imponente infrastruttura, il Corridoio Meridionale del Gas, che attraverso Georgia, Turchia, Grecia ed Albania trasporta il gas azero fino alle coste italiane: un’alternativa al gas di produzione russa che rafforza la sicurezza energetica dell’intera Europa.

Nel tempo, però, l’interscambio con l’Italia si è diversificato, raggiungendo nel 2020 un valore di circa 6 miliardi di euro, pari al 18% del commercio estero azero. Questa crescita è frutto delle riforme promosse dall’Azerbaijan nel 2018 con l’intento di trasformarsi, grazie alla propria posizione strategica al confine tra Europa, Russia e Asia, in uno snodo del commercio internazionale. Ciò ha reso di fatto l’Italia il principale partner europeo di Baku, accrescendo per Roma l’importanza di un rapporto che rafforza anche il canale di dialogo e cooperazione con la Turchia, principale alleato del’Azerbaijan e attore cruciale nello scenario mediterraneo e mediorientale.

L’occasione per ufficializzare la nuova importanza strategica delle relazioni bilaterali è giunta con la visita di stato del presidente azero Aliyev a Roma lo scorso febbraio. Un vero “salto di qualità” nei rapporti tra i due paesi, conclusosi con la firma di un “partenariato strategico multidimensionale” comprensivo di accordi economici che hanno toccato, oltre a quello energetico, i settori della difesa, delle infrastrutture e degli investimenti.
Tuttavia, la novità maggiore sta nella dimensione politica del nuovo partenariato: con esso, l’Italia ha superato l’imparzialità da sempre tenuta nel conflitto tra Azerbaijan e Armenia in Nagorno-Karabakh, abbracciando la rivendicazione di sovranità di Baku nel quadro del diritto internazionale.

A riprova di ciò il 5 dicembre, poche settimane dopo la fine degli scontri iniziati a settembre, una delegazione di parlamentari italiani, subito a seguito della firma dell’accordo di pace, si è recata in visita ai territori teatro del conflitto, i primi europei a farlo.
A questa visita è seguita quella del Sottosegretario agli esteri Manlio Di Stefano, che ha promesso l’impegno dell’Italia per la ricostruzione attraverso il coinvolgimento delle imprese italiane.
Come sottolineato dall’ambasciatore azero a Roma Mammad Ahmadzada, sono tanti gli ambiti in cui gli italiani possono dare un contributo: dallo sminamento, alla tutela dei monumenti culturali, alla produzione di energia elettrica. Tra i progetti di cooperazione economica va segnato l’accordo siglato di recente da Ansaldo Energia con Azerenerji, il principale produttore azero di elettricità, un accordo che prevede la fornitura di materiale e il supporto nella ricostruzione di alcune centrali.