L’Italia è il paese europeo che ricicla più rifiuti. Lo scrive la Commissione Europea nel Rapporto sulla Coesione pubblicato lo scorso dicembre, che si basa su dati risalenti al 2018.
L’Italia ricicla il 79% dei rifiuti che raccoglie, superando di poco il Belgio che raggiunge il 77%. In entrambi i paesi, si legge nel Rapporto, il riciclo è di gran lunga la modalità dominante di trattamento dei rifiuti.
L’Italia si fa notare quindi per un’incidenza più che doppia rispetto alla media UE e ben superiore a tutti gli altri grandi paesi (la Francia è al 56%, il Regno Unito al 50%, la Germania al 43%). Non solo, l’Italia è anche uno dei paesi membri dell’UE che dal 2010 al 2018 – nonostante un tasso di riciclo già elevato – ha comunque migliorato le sue prestazioni (+8,7%).
Come spiega Il Fatto Alimentare, “l’intera filiera del riciclo in termini economici ed occupazionali, vale complessivamente oltre 70 miliardi di euro di fatturato, 14,2 miliardi di valore aggiunto e può contare su oltre 213.000 occupati.

L’alta percentuale di riciclo è decisiva dal punto di vista della sostenibilità ambientale non solo per la riduzione delle quantità di rifiuti da smaltire e per la riduzione dei consumi di materie prime. È molto rilevante anche perché – attraverso l’impiego di materia già trasformata – determina consistenti risparmi nel consumo di energia e conseguentemente nelle emissioni climalteranti.”
Guardando all’Unione nel suo complesso, sono solo otto gli Stati membri a superare una quota di riciclo pari al 50%. In alcuni stati, la percentuale di rifiuti riciclati è molto più bassa, arrivando a rappresentare solo il 3% in Bulgaria e in Romania.
Tra il 2010 e il 2018, la percentuale di riciclo nell’Unione Europea è leggermente aumentata, passando dal 37% al 38%. Nel 2018, l’Unione Europea nel suo complesso ha prodotto 2,3 miliardi di tonnellate di rifiuti, pari a circa 5,2 tonnellate a persona.

La fonte maggiore è il settore delle costruzioni (nel 2018, ha prodotto il 36% del totale), seguito dal settore minerario ed estrattivo (26%), dal manifatturiero (11%), dai servizi idrici e di gestione dei rifiuti (10%), dalle abitazioni private (8%), e infine dal settore energetico (4%).
La produzione di rifiuti, spiega il Rapporto, segue da vicino il ciclo economico: è diminuita nel 2008 quando la crisi economica ha colpito, ma è aumentata con la ripresa portandosi a livelli più alti di prima.