La Fondazione EBRI (European Brain Research Institute) Rita Levi-Montalcini ha lanciato un progetto per accogliere a Roma studentesse dell’Afghanistan che hanno visto improvvisamente chiudersi nel loro paese la possibilità di proseguire l’attività di studio e ricerca a causa del ritorno al potere dei talebani.

Il progetto di EBRI si inserisce nel solco del sostegno e della valorizzazione delle donne, portato avanti costantemente per tutta la vita dalla Prof.ssa Rita Levi-Montalcini, ed è organizzato in collaborazione con il Ministero degli Affari Esteri e si avvale del sostegno di TIM, di Angelini Pharma e di Unidata. L’annuncio è arrivato in concomitanza con le celebrazioni per la Giornata delle donne e delle ragazze nella scienza, un momento importante a cui INDiplomacy ha dedicato un approfondimento.
Obiettivo, restituire alle giovani la speranza di un futuro migliore, che l’oscurantismo talebano in Afghanistan vorrebbe negare loro. La prima studentessa è già arrivata in Italia, e prosegue la ricerca per altre ragazze impegnate in percorsi di studio e di ricerca in ambito scientifico.
Molte realtà italiane sono impegnate nella difesa dei diritti delle donne in Afghanistan, nonostante le difficili condizioni sul terreno. Su INDiplomacy avevamo raccontato l’esperienza dell’azienda tessile Ratti, che attraverso un’iniziativa coordinata dall’ONU sostiene l’indipendenza economica di artigiane afghane grazie alla produzione di seta.

“Siamo molto grati alla Fondazione EBRI e a quanti hanno reso possibile questo importante progetto” ha detto l’Ambasciatore Pasquale Terracciano, Direttore Generale per la Diplomazia Pubblica e Culturale della Farnesina sottolineando come l’iniziativa “consentirà a una giovane e meritevole ricercatrice afghana di proseguire le proprie ricerche presso una nostra riconosciuta eccellenza. Sin dai primi frangenti della crisi in Afghanistan, la società civile italiana ha dato prova di grande solidarietà. La Farnesina si pone al servizio di questo sforzo corale per consentire, attraverso un’opera di coordinamento, razionalizzazione e facilitazione dei diversi tipi di offerte, la realizzazione delle legittime aspirazioni delle giovani e dei giovani afghane a un futuro migliore”.
La prima ricercatrice è stata individuata con l’aiuto della Third World Academy of Science (TWAS, Trieste), e si trova già in Italia. È laureata in Fisica e si inserirà presto in alcuni dei progetti in corso all’EBRI nel campo degli studi sul cervello (analisi di big data, intelligenza artificiale applicata alle Neuroscienze, analisi di segnali elettrici ed ottici nel cervello) per combattere le gravi patologie neurodegenerative, tra cui l’Alzheimer, e del neurosviluppo.

“L’EBRI crede fortemente in questo progetto – spiega il Professor Antonino Cattaneo, Linceo, Presidente dell’EBRI – che dona alle ricercatrici la possibilità di portare avanti le proprie aspirazioni e alla nostra Fondazione l’opportunità di confermare la propria vocazione internazionale. Per questo non vogliamo fermarci qui ma intendiamo dare continuità al sostegno alle giovani dell’Afghanistan attraverso la ricerca di ulteriori partner per questa iniziativa di grande spessore scientifico e umanitario”.
Le studentesse afghane costituiranno per l’EBRI anche un potenziale arricchimento di ricerca: “siamo certi che le ragazze sapranno dare un grande contributo ai progetti della Fondazione, e per tutti noi dell’EBRI sarà un’esperienza entusiasmante di contaminazione culturale, scientifica e umana”, ha dichiarato il Professor Enrico Cherubini, Direttore scientifico dell’EBRI, aggiungendo “siamo molto felici di poter offrire alle giovani ricercatrici afghane la possibilità di poter continuare i propri studi presso l’EBRI, Istituto da sempre attento alle donne e alla ricerca scientifica”.

La Dottoressa Agnese Cattaneo, Chief Medical Officer di Angelini Pharma, ha sottolineato l’importanza umana del progetto: “questa iniziativa promuove uno scambio reciproco in cui noi offriamo alle giovani donne afghane una concreta possibilità di crescita personale e professionale, e loro arricchiscono la ricerca italiana sul piano culturale e umano, offrendo a noi tutti e ai nostri studenti uno straordinario esempio di resilienza, di coraggio e di passione per lo studio e la conoscenza. Come medico, come manager e come donna sono felice e orgogliosa di poter contribuire, insieme alla mia azienda, a questo importante progetto a sostegno delle donne nella scienza e del diritto allo studio”.